Guerre di Rete - Lavoro e automazione, chip e sorveglianza - il recap del mese
Un riassunto mensile delle nostre uscite.
GDR RECAP – APRILE 2025
Questa è una versione della newsletter che esce a fine mese e che raccoglie tutti i nostri articoli e le uscite mensili della stessa newsletter. Così, se vi siete persi qualcosa, trovate tutto qua.
ARTICOLI GUERREDIRETE.IT
L’automazione non ci ha reso liberi dal lavoro, e dallo sfruttamento
di Giuditta Mosca
Chi e come lavorerà nell’era in cui il mito dell’intelligenza artificiale sta prendendo il posto dell’automazione? Ne abbiamo parlato con chi ha studiato l’automazione dal Dopoguerra a oggi, il professore di Storia contemporanea Jason Resnikoff.
"Il problema non sono le macchine, ma le strutture gerarchiche (o, come alcuni potrebbero sostenere, il capitalismo). Una società veramente democratica utilizzerebbe le macchine in modo diverso rispetto a una fortemente gerarchica. In quel contesto, le macchine potrebbero offrire molti più benefici ai lavoratori rispetto alla nostra società attuale. Il problema non risiede quindi nelle macchine in sé, ma nell’alienazione delle persone comuni dalle macchine stesse”.
Così si contrabbandano i microchip sotto restrizione
di Cesare Alemanni
C'è una rete globale che attraversa Singapore, Hong Kong, Turchia, Malesia, Emirati Arabi Uniti. Una rete di riciclaggio e contraffazione di semiconduttori per consentire ai paesi sottoposti a sanzioni, come Cina e Russia, di avere accesso illegale ai semiconduttori più avanzati.
"Dietro il contrabbando di semiconduttori c’è più di un semplice mercato nero. C’è un panorama di paesi non allineati e di supply-chain che si rimodulano di continuo per sfuggire al controllo dei grandi centri del potere normativo di questa epoca. Un mondo che ha qualcosa di piratesco (e peraltro condivide alcuni luoghi della pirateria storica), seppur stravolto in chiave cyberpunk. Esploriamo dunque questa zona grigia, dove l’elusione delle sanzioni non è solo una pratica opportunistica. Talvolta, come vedremo, è una necessità di sopravvivenza industriale".
Sorveglianza in Iran: fuori e dentro la rete
di Silvia Cegalin
Come app, videocamere e censura di internet vengono usati dalle autorità iraniane per controllare i cittadini, in particolare le donne.
"Nazer è una parola persiana che significa “supervisore” o “sorvegliante”. L’applicazione funziona esclusivamente sulla National Information Network (NIN), una intranet controllata dallo Stato che mira a isolare l’internet nazionale dalla rete globale. Lo scopo di questa app è quello di segnalare alla polizia le donne che all’interno delle auto non indossano lo hijab in modo appropriato. La trasgressione può essere comunicata inserendo nell’app la posizione del veicolo, la data, l’ora e il numero di targa, dopodiché partirà in tempo reale un messaggio di testo alla polizia, segnalando così il veicolo".
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Bot infiltrati e chip contrabbandati
E poi AI e scuola, sistemi di previsione e welfare
I dipartimenti di polizia americani vicino al confine tra Stati Uniti e Messico hanno infatti comprato i servizi di una società che utilizza identità online generate dall'intelligenza artificiale per interagire e raccogliere informazioni su “manifestanti universitari”, attivisti politici “radicalizzati” e sospetti trafficanti di droga e di esseri umani, scrivono le testate 404Media e Wired sulla base di documenti interni, contratti e comunicazioni ottenuti.
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Il progetto editoriale Guerre di Rete
In più, il progetto si è ingrandito con un sito indipendente e noprofit di informazione cyber, GuerrediRete.it. Qui spieghiamo il progetto. Qui l’editoriale di lancio del sito.
Qui una lista con link dei nostri progetti per avere un colpo d’occhio di quello che facciamo.