Guerre di Rete - Bot infiltrati e chip contrabbandati
E poi AI e scuola, sistemi di previsione e welfare. Iran e repressione.

Guerre di Rete - una newsletter di notizie cyber
di Carola Frediani
N. 204 - 27 aprile 2025
Cosa è e come funziona la newsletter Guerre di Rete
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Il progetto editoriale Guerre di Rete
In più, il progetto si è ingrandito con un sito indipendente e noprofit di informazione cyber, GuerrediRete.it. Qui spieghiamo il progetto. Qui l’editoriale di lancio del sito.
Qui una lista con link dei nostri progetti per avere un colpo d’occhio di quello che facciamo.
In questo numero:
Profili AI sotto copertura
Scuole alle prese con falsi studenti online
Welfare automatizzato
Iran e repressione in Rete e fuori
Il contrabbando di chips
Lavoro e automazione
Altro
BOTLAND
POLIZIA E BOT
Manifestanti, attivisti, studenti: c’è un bot sotto copertura che li aspetta
L’uso di avatar virtuali, di identità online fittizie da parte di polizia e servizi segreti per fare indagini sotto copertura in Rete è una pratica che, declinata in vario modo, esiste da tempo (ne avevo scritto in uno dei primi articoli del sito). Ma è anche un settore in cui l’uso di AI generativa e altri sviluppi dell’AI in generale sta portando ad applicazioni molto più invasive.
I dipartimenti di polizia americani vicino al confine tra Stati Uniti e Messico hanno infatti comprato i servizi di una società che utilizza identità online generate dall'intelligenza artificiale per interagire e raccogliere informazioni su “manifestanti universitari”, attivisti politici “radicalizzati” e sospetti trafficanti di droga e di esseri umani, scrivono le testate 404Media e Wired sulla base di documenti interni, contratti e comunicazioni ottenuti.
Si tratta di un prodotto chiamato Overwatch e sviluppato dalla società di New York Massive Blue che elenca tra i casi d'uso la “sicurezza delle frontiere”, la “sicurezza delle scuole” e l'arresto del “traffico di esseri umani”. Ed è un esempio di quel tipo di monitoraggio dei social media e di strumenti sotto copertura che le aziende private stanno proponendo alla polizia e agli agenti di frontiera.
In pratica questo strumento crea e distribuisce bot alimentati dall'intelligenza artificiale sui social media e su Internet per parlare con persone sospettate di essere criminali ma anche “manifestanti” vagamente definiti, con l’obiettivo di “generare prove che possano essere usate contro di loro”, scrivono i giornalisti. L’aspetto più inquietante rispetto al passato è che, almeno secondo questo reportage, lo strumento non si limita a creare identità utilizzabili per chattare con persone già individuate dalla polizia, ma scandaglierebbe anche i social media alla ricerca di potenziali sospetti. “I documenti che abbiamo ottenuto - scrivono gli autori - non spiegano come Massive Blue determini chi è un potenziale sospetto in base alla sua attività sui social”.
In una presentazione ottenuta dai giornalisti, sono descritti alcuni di questi personaggi AI. Tra questi uno è definito un ‘honeypot’, un’esca diciamo. La sua storia dice che è una 25enne di Dearborn, Michigan, i cui genitori sono emigrati dallo Yemen e che parla il dialetto Sanaani. La presentazione dice anche che usa varie app di social media, che è su Telegram e Signal e che ha capacità di inviare SMS negli Stati Uniti e all'estero.
E poi c’è la donna “radicalizzata”, una “manifestante”, divorziata, di 36 anni, sola, senza figli, che fa il pane in casa, dedita all'attivismo e alla “body positivity” (nota a margine: i profili di questo tipo sono interessanti più che altro perché svelano ‘l’immaginario’ - umano o non umano - di chi li fa. Ad ogni modo, so che d’ora in avanti non guarderete più allo stesso modo i post della vostra amica Facebook che pubblica le sue focaccine).
Letture imprescindibili se vi appassiona (e soprattutto vi inquieta) il tema sotto copertura: Undercover (un libro del 2013, in inglese, sulla polizia britannica e su una sua a dir poco controversa unità di infiltrati tra attivisti).
AI E SCUOLA
USA, insegnanti a caccia degli studenti bot
Alcuni college americani si sono ritrovati a combattere contro un boom di iscrizioni a corsi solo online da parte di bot gestiti da gruppi di truffatori che assumono identità di studenti per ricevere aiuti finanziari.
I community college (college statali più economici, biennali) hanno iniziato a vedere le classi online invase da bot intorno al 2021. Dietro ci sono truffatori che gestiscono reti di profili. Più ne gestiscono, più denaro in aiuti finanziari possono potenzialmente rubare. Quattro anni dopo, il fenomeno non solo non è rallentato, ma sembra essere in crescita. Solo nel 2024, gli studenti fake dei community college della California hanno sottratto più di 11 milioni di dollari in aiuti finanziari statali e federali, più del doppio di quanto rubato l'anno precedente, scrive The Voice of San Diego.
“L'obiettivo dei bot è quello di truffare i soldi degli aiuti finanziari statali e federali iscrivendosi ai corsi e rimanendovi iscritti per un tempo sufficiente a far sì che gli aiuti vengano erogati. Spesso ci riescono presentando lavori generati dall'intelligenza artificiale. E poiché i community college accettano tutti i candidati, sono stati quasi esclusivamente colpiti dalla frode. Tutto ciò ha spinto gli insegnanti in prima linea in una guerra alle truffe in continua evoluzione, ha ammorbato l'esperienza dell'insegnamento e ha creato barriere significative alla capacità degli studenti [reali] di accedere ai corsi”.
AI E WELFARE
In Spagna il sistema usato per individuare frodi dei lavoratori resta una scatola nera
Nel 2024, più di nove milioni di spagnoli erano in congedo di invalidità temporanea. Ciascuna di queste pratiche è stata esaminata da un programma informatico basato sull'intelligenza artificiale, che agisce come una sorta di medico automatico. Il sistema elabora un lungo elenco di variabili relative al paziente e calcola un punteggio, che valuta la probabilità che lo stesso sia pronto a tornare al lavoro.
L'algoritmo determina quali registrazioni di congedo per malattia saranno esaminate per prime dagli ispettori sanitari dell'Istituto nazionale di sicurezza sociale (INSS) e quali saranno lasciate per ultime. Il sistema definisce quindi l'ordine in cui ogni lavoratore deve recarsi dal medico per sapere se può continuare a ricevere la prestazione, identificando chi dovrebbe tornare al lavoro. E, se non è già stato dimesso, segnala la pratica come possibile caso di frode.
Il diritto di un lavoratore in congedo per malattia di continuare a ricevere l'indennità dipende dunque almeno in parte da questo algoritmo e dalla sua capacità di previsione. Ma l’impatto è bidirezionale: se il software identifica erroneamente un possibile caso di frode, ciò potrebbe comportare una perdita di tempo e di risorse per la stessa INSS.
Nonostante l'uso intensivo di questo sistema, che ha un impatto diretto sulla vita di milioni di persone, l'Istituto nazionale della sicurezza sociale si è ripetutamente rifiutato di fornire informazioni dettagliate sul suo funzionamento, scrive la testata spagnola El Confidential, riprendendo una precedente inchiesta sua e di Lighthouse Reports. A distanza di due anni si scontrano ancora con un muro di gomma.
CHIP, POLITICA
Così si contrabbandano i microchip sotto restrizione
Un giro di forniture parallele aggira le sanzioni occidentali e porta i semiconduttori in Cina e Russia. Ecco come funziona.
Dietro il contrabbando di semiconduttori c’è più di un semplice mercato nero. C’è un panorama di paesi non allineati e di supply-chain che si rimodulano di continuo per sfuggire al controllo dei grandi centri del potere normativo di questa epoca. Un mondo che ha qualcosa di piratesco (e peraltro condivide alcuni luoghi della pirateria storica), seppur stravolto in chiave cyberpunk. Esploriamo dunque questa zona grigia, dove l’elusione delle sanzioni non è solo una pratica opportunistica. Talvolta, come vedremo, è una necessità di sopravvivenza industriale.
(...) Paesi come Singapore, Hong Kong, la Turchia, gli Emirati e la Bielorussia sono divenuti snodi tecnologico-logistici attraverso cui i componenti occidentali vengono “riciclati”, camuffati come beni civili, e poi reindirizzati verso l’industria bellica russa, con triangolazioni finanziarie che spesso utilizzano banche locali poco trasparenti, criptofinanza e circuiti alternativi di compensazione monetaria, come quelli sino-russi basati sul renminbi.
Leggi tutto l’articolo di Cesare Alemanni su Guerredirete.it
CENSURA
Sorveglianza in Iran: fuori e dentro la rete
Come app, videocamere e censura di internet vengono usati dalle autorità iraniane per controllare i cittadini, in particolare le donne.
Il rapporto Onu, Report of the independent international fact-finding mission on the Islamic Republic of Iran, presentato al Consiglio dei diritti umani a Ginevra il 18 marzo scorso, rivela come le autorità iraniane, dalla fine del 2022 a oggi, abbiano intensificato l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza, droni aerei, applicazioni informatiche e software di riconoscimento facciale per monitorare la condotta dei cittadini, in particolare delle donne e il loro uso dell’hijab.
Leggi tutto l’articolo di Silvia Cegalin su Guerredirete.it.
AUTOMAZIONE E LAVORO
L’automazione non ci ha reso liberi dal lavoro, e dallo sfruttamento
Chi e come lavorerà nell’era in cui il mito dell’intelligenza artificiale sta prendendo il posto di quello dell’automazione? Ne abbiamo parlato con chi ha studiato l’automazione dal Dopoguerra ad oggi, il professore di Storia contemporanea Jason Resnikoff.
Secondo Resnikoff, l’automazione porta con sé un paradosso: presentata come una spinta verso una società migliore, in realtà ha contribuito ad aumentare, accelerandolo, lo sfruttamento del lavoro. Un argomento che appare molto attuale in relazione all’odierno dibattito sull’impatto dell’AI. In poche parole, si parla molto di come l’AI renderà le imprese più produttive o competitive, o di come le macchine sostituiranno dei lavoratori o faranno lavori noiosi al posto nostro, e si parla molto poco di come invece questa nuova ondata tecnologica potrebbe ampliare lo sfruttamento del lavoro (umano).
Leggi tutta l’intervista di Giuditta Mosca su Guerredirete.it
APPROFONDIMENTI
The Shifting Geopolitics of AI
Come le aziende e i Paesi stanno tentando di controllare le catene di fornitura di chip, data center e cavi sottomarini - scrive Foreign Politics.
Della geopolitica delle infrastrutture alla base di comunicazioni e AI abbiamo scritto molto su Guerre di Rete. Segnalo: La complessa geopolitica delle VPN; Cavi sottomarini, crescono sospetti e monitoraggio (anche in Italia); Come DeepSeek ha riconfigurato la corsa all’intelligenza artificiale
RICONOSCIMENTO FACCIALE
Clearview AI è fuori gioco in Europa. Ma il riconoscimento facciale è ormai alla portata di tutti
Da tre anni il Garante privacy non riesce a notificare una multa da 20 milioni di euro per violazioni del Gdpr alla società statunitense. Sparita questa dal mercato europeo, si è però consolidata un’offerta di servizi simili e aperti a tutti
IRPIMedia
AI
I modelli di intelligenza artificiale sono abbastanza avanzati da tradurre la letteratura? Il dibattito infiamma l'editoria.
The Markup
EVENTI
Segnalo i due panel in cui sono intervenuta a Perugia al Festival Internazionale del Giornalismo:
L’attacco alla democrazia nell’era dei broligarchi (VIDEO)
AI: etica, leggi e scenari futuri (VIDEO)
SORVEGLIANZA E GIORNALISMO
Il 29 aprile ci vediamo per chi è in zona a Lugano per una conferenza sul tema:
C'è una spia in redazione - Libertà di stampa e sorveglianza digitale.
Auditorium USI, ore 20. Con Philip DI Salvo.
Organizzano Amnesty International Svizzera, Associazione Ticinese dei Giornalisti – ATG, Corso di giornalismo della Svizzera Italiana, Fondazione Diritti Umani Lugano , Reporter Senza Frontiere Svizzera , syndicom – sindacato dei media e della comunicazione e Università della Svizzera Italiana, Istituto di media e giornalismo & DIACOMET
—> INFO SU GUERRE DI RETE
Guerre di Rete è un progetto di informazione sul punto di convergenza e di scontro tra cybersicurezza, sorveglianza, privacy, censura online, intelligenza artificiale, diritti umani, politica e lavoro. Nato nel 2018 come newsletter settimanale, oggi conta oltre 14.000 iscritti e da marzo 2022 ha aggiunto il sito GuerreDiRete.it.
Nell’editoriale di lancio del sito avevamo scritto dell’urgenza di fare informazione su questi temi. E di farla in una maniera specifica: approfondita e di qualità, precisa tecnicamente ma comprensibile a tutti, svincolata dal ciclo delle notizie a tamburo battente, capace di connettere i puntini, di muoversi su tempi, temi, formati non scontati.
Il progetto è del tutto no profit, completamente avulso da logiche commerciali e di profitto, e costruito sul volontariato del gruppo organizzatore (qui chi siamo).
→ Nel 2024 si è aggiunta Digital Conflicts, una newsletter bimensile in inglese (fatta da me e Andrea Signorelli), che per ora sarà principalmente una trasposizione della newsletter italiana, con alcune aggiunte e modifiche pensate per un pubblico internazionale (e con particolare attenzione all’Europa).
Qui per iscriversi..
Qui invece potete scaricare gratis il primo ebook di Guerre di Rete che si intitola Generazione AI ed è dedicato agli ultimi sviluppi dell’intelligenza artificiale (uscito a settembre 2023).
Qui potete scaricare gratis il secondo ebook pubblicato, Il fronte cyber.
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