[Guerre di Rete - newsletter] L'annuncio pro-privacy di Facebook; l'arresto di Manning; AI, startup ed Europa; e altro
Guerre di Rete - una newsletter di notizie cyber
a cura di Carola Frediani
Numero 25 - 10 marzo 2019
Oggi si parla di:
- il nuovo senso di Zuckerberg per la privacy
- l’arresto di Chelsea Manning
- NSA
- AI, startup e Europa
- e altro
L’ANNUNCIO PRO-PRIVACY DI FACEBOOK
Mercoledì Mark Zuckerberg, il fondatore e Ceo di Facebook, ha pubblicato un lungo post in cui ha annunciato una svolta radicale del suo social network, una svolta pro-privacy. Consiglio di leggere il post, ma qui evidenzio/commento alcune parti:
1) “Credo che una piattaforma di comunicazione incentrata sulla privacy diventerà anche più importante delle piattaforme aperte di oggi” - Questa è una frase-chiave, che fin dalle prime righe ribalta l’idea alla base di Facebook, il suo DNA, poi consolidatosi con il News Feed, il concetto di condivisione pubblica, di pubblica piazza, “di social network pubblico”. Ora si parla di comunicazione non di condivisione.
2) Non solo. “Il futuro della comunicazione andrà sempre di più in direzione di servizi privati, cifrati” - Da saldare a “storie temporanee”, “gruppi piccoli”, “cautela per la condivisione di contenuti permanenti”.
3) I principi di questa nuova visione sono esplicitamente definiti: interazioni private; cifratura (end-to-end); riduzione della permanenza; sicurezza; interoperabilità; conservazione dei dati sicura.
4) Qui è il momento in cui tutti noi siamo tornati su quel post per vedere se non ci fosse un errore e fossimo su un articolo della Electronic Frontier Foundation.
5) La pubblica piazza rimarrà ma per funzioni mirate.
6) Infatti, scrive Zuckerberg, “mi aspetto che versioni future di Messenger e Whatsapp diventino il modo principale in cui le persone comunicano sul network Facebook”. Laddove network suona come infrastruttura e non social network.
7) C’è una intera parte che è un’ode alla cifratura. E dice anche: “Le persone si aspettano che le loro comunicazioni siano sicure e viste solo dai destinatari - non da hacker, criminali, governi invasivi”. Qui è dove tornate sul link per vedere se non eravate finiti su una dichiarazione di Tim Cook al tempo dello scontro fra Fbi-Apple sulla cifratura (caso San Bernardino).
8) Naturalmente Zuckerberg precisa che cercheranno comunque di trovare dei modi diversi per individuare attori malevoli, “anche se non possiamo vedere i contenuti” (perché i governi, le forze dell’ordine e una parte della società comunque chiederanno una capacità di intervento di Facebook, anche se tutte le comunicazioni diventano cifrate e più private).
9) Ridurre la permanenza dei contenuti. Questo è un altro punto cruciale (e non riguarda solo Facebook ma molte altre piattaforme). Ora la filosofia delle “storie”, di contenuti che scadono naturalmente e scompaiono, verrà estesa a tutti. Questo vale anche per i metadati. “Una importante parte della soluzione è raccogliere meno dati personali prima di tutto”.
10) Ci sarà interoperabilità fra Messenger, Whatsapp, Instagram (e gli sms su Android) con varie ricadute pratiche - poter scegliere ad esempio di ricevere un messaggio Facebook su Whatsapp senza condividere il telefono con quella persona.
11) Conservazione dati sicura - “Abbiamo scelto di non costruire data center in Paesi che violano diritti umani”. (Traduzione: la Cina può attendere, confermato anche da fonti interne, vedi Buzzfeed).
In quanto alle parole usate (che ho raccolto qua), oltre alla rilevanza della cifratura e di concetti come privato e sicuro, è importante sottolineare l’idea espressa più volte di Facebook come infrastruttura di comunicazioni, pagamenti, commercio.
Le reazioni
C’è chi evoca l’esorcista (Corriere) per indicare l’effetto rotazione a 360 gradi della quintessenza di Facebook; c’è chi non crede a una parola di quanto scritto in quel post (Techcrunch). Interessante il commento positivo di uno come Mike Masnick (fondatore del blog TechDirt, qui articolo): “ci sono un sacco di cose importanti che dovremmo incoraggiare[in quel post] e non prendere in giro”. Per lui, l’estensione della cifratura, la rottura dei silos con interoperabilità fra le app, l’idea di piattaforma come protocollo, l’implicita trasformazione del modello di business (oggi schiacciato su pubblicità mirate basate sui dati personali degli utenti) prevista dalla nuova visione sono tutti fattori positivi e interessanti.
La questione del modello di business è ovviamente l’elefante nella stanza. Un tale cambiamento è compatibile con il modo attuale con cui Facebook macina profitti, basato sulla raccolta dei dati degli utenti? E se prendiamo il cambiamento per buono come diavolo verrà monetizzato? si chiedono in tanti, tra cui Wired Usa. Il nuovo modello di business saranno il commercio e i pagamenti, ritengono alcuni(The Verge). Non è un caso che Facebook stia lavorando pure a una sua criptomoneta. Ma siamo sicuri che si voglia abbandonare la vacca grassa della pubblicità personalizzata? (Financial Times). C’è chi pensa che quella delineata da Zuckeberger sarà una addizione, un rilancio ma non una sostituzione.
Il modello - secondo alcuni, come Business Insider - è il cinese WeChat, la piattaforma/app dove un miliardo di utenti della Repubblica popolare ogni giorno scambiano messaggi, fanno pagamenti, comprano cose, usano servizi ecc
Dunque un rivale che non ti aspetteresti in questa nuova visione di Facebook privacy, payment e message-oriented? Apple (Slate)
Infine, molti dubbi su come questa nuova eventuale Facebook influirà sull’ecosistema della disinformazione, dal momento che gruppi chiusi e privati sono considerati la bestia nera della lotta alle bufale (Axios)
LA PROPOSTA WARREN CONTRO BIG TECH
In questo contesto arriva dall’America un fuoco amico sul social di Zuckerberg. La senatrice democratica Elizabeth Warren ha pubblicato una proposta per spezzettare i giganti tech - Facebook, Google, Amazon - se verrà eletta presidente nel 2020 (notevole il tempismo di Zuckerberg uscito poche ore prima di questa proposta della Warren, abbastanza per smorzarla e non essere tacciato di reazione impaurita). Nello specifico la senatrice vuole smembrare da Amazon: Whole Foods; Zappos; da Facebook: WhatsApp; Instagram; da Google: Waze; Nest; DoubleClick.
Reazioni. Contrastanti e perplesse. C’è chi l’accusa di populismo facilone, retorica contro Big Tech ecc; o chi trova contraddizioni nel testo e negli esempi riportati; o critica nel merito (TechDirt).
Ma certo la mossa ha il merito di portare al centro il tema antitrust e pratiche anti-competitive. E incassa il plauso di Tim Wu.
CHELSEA MANNING
Chelsea Manning è tornata in carcere
La whistleblower che si è fatta 7 anni di carcere durissimo, con la prospettiva di scontarne 35, per aver passato a Wikileaks alcune delle sue maggiori rivelazioni, è tornata dietro le sbarre per essersi rifiutata di comparire davanti a un grand jury come testimone. La sua convocazione era legata molto probabilmente a una indagine su Julian Assange (Politico).
“Se a essere convocata è Manning, WikiLeaks e Assange sarebbero sotto inchiesta in relazione a quanto pubblicato nel 2010 – i file sulle guerre in Afghanistan e Iraq e i cablo diplomatici Usa di cui Manning fu la fonte – e non in relazione al possibile coinvolgimento di WikiLeaks nel più recente Russiagate (...). La volontà di Chelsea Manning di resistere a questa convocazione è quindi un gesto importante”(Wired Italia) Altre info da Phlip Di Salvo che segue attentamente la vicenda.
NSA 1
Addio programma sorveglianza metadati
L’NSA ha chiuso di fatto (e pare che potrebbe chiuderlo anche ufficialmente) il programma segreto che analizzava i dati sulle chiamate e i messaggi (ovvero i metadati, chi chiama chi e quando) scambiati fra americani, riferisce il NYT. Si tratta di uno dei programmi svelati da Edward Snowden (qui lo scoop del Guardian all’epoca), esempio di raccolta di dati di massa e indiscriminata, che veniva usata dalla NSA per mappare le reti sociali fra individui. Molti di quei dati sono probabilmente raccolti in altro modo, all’estero, ma sembra venire meno l’accesso sistematico alle chiamate e ai messaggi nazionali.
Per alcuni la ragione è semplice: quei dati venivano ottenuti dalle telco. Oggi stanno soprattutto sulle piattaforme di messaggistica.
NSA 2
Ecco Ghidra, e che il reverse-engineering sia con voi
La Nsa ha rilasciato pubblicamente un suo strumento, di nome Ghidra, per fare reverse-engineering, cioè per analizzare malware, con sommo gaudio e molte battute della comunità di sicurezza informatica. Soprattutto gaudio perché questo genere di strumenti sono abbastanza costosi e tale mossa rende disponibile gratuitamente un tool sviluppato per anni dall’intelligence americana, e ora open source. (Wired)
Ah ma allora ci sarà una backdoor? Per un analista di malware dovrebbe essere l’ultimo dei problemi, e gli esperti rassicurano. In ogni caso MalwareTech propone una soluzione.
Rob Graham spiega il reverse-engineering
AI, STARTUP E L’EUROPA
Due quinti delle startup europee di intelligenza artificiale - il 40 per cento di 2830 - non usano alcun programma di AI nei loro prodotti, sostiene un report della società di investimenti di Londra MMC Ventures. Ciò nonostante, queste si definiscono startup di AI. (Financial Times)
Il fatto è che le startup etichettate come AI attraggono tra il 15 e il 50 per cento in più di finanziamenti di altre società tecnologiche (Forbes).
SE TI STACCANO IL ROBOT
Non so se conoscete Jibo. È un “robot social”, di “compagnia”, “di famiglia”. Può fare foto, leggere e inviare messaggi, ricordare un evento, ma soprattutto interagire coi membri della famiglia che riconosce attraverso una videocamera. E attraverso un grande occhio comunicare emozioni, diciamo così. Ad ogni modo, era frutto di una startup che si è “bruciata 76 milioni di dollari di venture capital e crowdfunding prima di vendere i suoi asset a SQN Venture Partners” (Boing Boing). Bene, i nuovi proprietari hanno staccato la spina (la connettività cloud). Così i possessori di questo empatico costoso giocattolo da 899 dollari si sono ritrovati col robottino che gli diceva addio. Una triste “parabola sui pericoli di un futuro di oggetti smart bloccati da sistemi proprietari” e in balia di chi decide di staccare la spina (o i server).
FRANCIA/TASSE
Il governo francese ha svelato una proposta di legge per una tassa del 3 per cento sulle entrate francesi dei giganti internet. Si applicherà ad aziende digitali con ricavi globali di oltre 750 milioni di euro e ricavi locali di 25 milioni. In questo modo il governo intenderebbe tutelare le startup, e raccogliere nel contempo 500 milioni all’anno.
AP
ALGORITMI E COMPLOTTI
Un libro che promuove le assurde teorie del complotto di QAnon è riuscito a scalare le classifiche su Amazon grazie alla capacità di far leva su nicchie determinate, in grado di cogliere le opportunità date da meccanismi automatizzati
NBC
Algoritmi di raccomandazione che inseguono velocità e picchi, che sono molto vulnerabili, e possono essere ingannati da un piccolo gruppo di estremisti, alimentano nichilismo ed estremismo, scrive la studiosa Zeynep Tufekci.
GOOGLE E PUBBLICITÀ ELETTORALE
In Canada Google ha vietato pubblicità politiche sulla sua piattaforma in vista delle elezioni federali perché le nuove regole sulla trasparenza delle pubblicità sarebbero troppo difficili da mettere in pratica, mentre la loro violazione prevede multe e anche carcere.
The Globe and the Mail
YOUTUBE
Informazioni antibufala
YouTube inizierà a mostrare pannelli informativi, dei box con informazioni di debunking da parte di partner che fanno fact-checking, quando le persone cercano argomenti che sono “soggetti a disinformazione”. I box appariranno sulle pagine dei risultati delle ricerche, e i video contenenti bufale resteranno comunque nei risultati, ma ci saranno questi avvisi informativi. Si parte con l’India ma dovrebbe essere esteso a livello globale.
Buzzfeed
GIORNALISMO E INNOVAZIONE
Il FT compra The Next Web
Il Financial Times ha comprato The Next Web, società che gestisce l'omonimo sito di informazione tech, con sede ad Amsterdam. L’idea è capitalizzare soprattutto sulla realizzazione di eventi, in cui Next Web è specializzata.
Digiday
PODCAST
La strategia podcast di Spotify
Si stima che i podcast produrranno 659 milioni di dollari di ricavi entro il 2020. E Spotify ci sta scommettendo sopra, con due importanti acquisizioni e l’idea di investire in contenuti esclusivi. Il busillis sarà trovare il modo di farli scoprire e di suggerire quelli giusti agli utenti.
The Verge
CINA CYBER
Hacker cinesi hanno provato a infiltrare due dozzine di università americane, con un interesse per la ricerca militare navale, sostiene una società di sicurezza americana. (The Verge)
Invece la società Recorded Future ha pubblicato un’analisi dell’uso dei social media da parte della Cina a fini propagandistici per influenzare il pubblico americano. Ma l’utilizzo sarebbe molto diverso dai russi. Non avrebbe il fine di destabilizzare internamente l’opinione pubblica, ma di diffondere una immagine positiva della Cina.
HUAWEI
L’azienda va in tribunale
Huawei ha fatto causa al governo americano per una recente legge che mette al bando i suoi prodotti dalle agenzie federali. È la mossa più aggressiva da parte del colosso telco cinese da quando lo scontro con gli Usa si è fatto più esplicito. In tal modo vuole obbligare la controparte a mostrare le prove delle sue accuse: il governo Usa considera Huawei troppo vicina al governo cinese e le sue tecnologie insicure. La causa viene fatta in America, ma la partita è in Europa.
CNN
LETTURE
Lo strano mondo degli accumulatori compulsivi digitali
Gizmodo
Come Apple è sopravvissuta allo scontro tra Trump e la Cina
Politico
Come Foxconn, il colosso dove si producono iPhone, se la sta passando male
South China Morning Post
Così il Pentagono cerca di attirare startup
Wired