Guerre di Rete - Dies IRA
Cosa succede all'impero social di Prigozhin. Poi quantum computing e AI.
Guerre di Rete - una newsletter di notizie cyber
a cura di Carola Frediani
N.166 - 10 luglio 2023
Come ogni anno a partire da luglio questa newsletter va in vacanza per un po’. C’è chi sostiene che le vacanze della newsletter corrispondano inesorabilmente a cataclismi cyber globali, ma qui siamo dotati di approccio scientifico e rifuggiamo da simili superstizioni medievali (anche perché la maledizione questa volta ha deciso di abbattersi direttamente sull’organizzazione delle mie ferie… ne consegue anche una newsletter ridotta). Ad ogni modo incrociamo le dita, cioè, stiamo fiduciosi, e rimandate tutto a settembre per favore.
Il sito Guerre di Rete andrà invece avanti: per cui vi consiglio di seguire i suoi social, e di seguire il sito. Insomma, non perdetelo di vista.
Infine ancora un grazie ai lettori, ai donatori che hanno partecipato al crowdfunding (gli Editori di Rete, a cui deve arrivare una monografia in mail nei prossimi mesi), a tutto il gruppetto di coordinamento Guerre di Rete, che è stato fondamentale per trasformare la newsletter in un progetto editoriale più ampio. In particolare una menzione speciale per la fantastica Sonia Montegiove che recentemente si è unita al gruppo originario portando la sua esperienza, simpatia e professionalità. Grazie anche ai media e giornalisti che ci hanno ripreso nei loro articoli citandoci. Solo negli ultimi tre mesi ricordo quelli di Formiche, Analisi Difesa, Digital World (Rai Scuola), il manifesto, Ansa, La Stampa, Radio Anch’io di Rai Radio 1.
E buone vacanze!
PS: se riesco a metà/fine estate mando una newsletter di libri da leggere. E se vi interessa (nel caso fatemi sapere - per i nuovi, se rispondete alla newsletter mi arrivano i vostri messaggi)
In questo numero:
- Cosa sta succedendo all’impero socialmediatico di Prigozhin
- Le app di messaggistica nel mirino del Cremlino
- Chi e come sta inseguendo la supremazia quantistica
- Intelligenza artificiale: la nuova frontiera della strategia di esternalizzazione dei confini Ue
DIES IRA
Cosa sta succedendo all’impero socialmediatico di Prigozhin
Secondo alcuni giornali e fonti russe, Yevgeny Prigozhin, il capo della milizia privata Wagner, avrebbe chiuso il suo gruppo media Patriot, che includeva anche l’ormai famosa Internet Research Agency (IRA), spesso definita la “fabbrica di troll", e accusata di condurre varie operazioni di influenza online a vantaggio di interessi russi. Insieme a questo, verrebbero chiusi i media controllati dalla holding, siti e agenzie come RIA FAN, People's News ed Economics Today. La chiusura delle attività sarebbe poi stata confermata da alcune delle pubblicazioni interessate, come Nevskiye Novosti.
Il lavoro alla Patriot sarebbe rimasto paralizzato dopo l’irruzione della polizia nella sua sede di San Pietroburgo nei giorni della marcia della Wagner su Mosca. Proprio in quel frangente l'ente russo di controllo delle telecomunicazioni, Roskomnadzor, ha bloccato l'accesso a tutti i siti di notizie della Patriot all'interno del Paese.
“Gli indirizzi di tutti i siti della holding mediatica di Yevgeny Prigozhin sono elencati nel registro di Roskomnadzor dei siti vietati - scrive Kommersant, aggiungendo che le ragioni del blocco non sarebbero specificate. Lo conferma anche la testata Meduza, che scrive: “Secondo l’organizzazione Roskomsvoboda, che monitora i blocchi su Internet in Russia, le autorità russe hanno aggiunto al registro dei siti bloccati sette domini a sostegno di Yevgeny Prigozhin, fondatore della compagnia militare Wagner Group”.
Inoltre, secondo il sito d’informazione The Bell, le pubblicazioni del gruppo Patriot potrebbero essere presto vendute a un nuovo proprietario. Tra i papabili il National Media Group, di proprietà dell’oligarca Yuri Kovalchuk, amico di Putin, già sanzionato da Usa e Ue nel 2014.
“Nonostante le chiusure, un cambio di proprietà potrebbe benissimo avvenire, dato che basta spostare alcuni domini da un DNS a un altro - commenta la newsletter RiskyBiznews - Il governo russo non rinuncerà di certo a un programma che ha avuto un simile successo. Se le attività vengono trasferite a un nuovo gruppo mediatico o se viene costruita una nuova organizzazione dal basso è irrilevante”.
La notizia del raid nella sede della Patriot (oltre che del gruppo Wagner) sarebbe stata confermata anche dal WSJ, che scrive: “Le forze dell'ordine russe hanno sequestrato computer e server del Patriot Media Group di Prigozhin, un pezzo fondamentale di un impero della comunicazione che comprendeva la Internet Research Agency, l'organizzazione di social media che ha pompato milioni di messaggi a favore del Cremlino (..) Mentre in un video pubblicato venerdì sui social media, Yevgeny Zubarev, direttore dell'agenzia di stampa RIA FAN di Prigozhin, ha dichiarato che l'agenzia stava chiudendo”.
Ma ci sarebbero indizi che puntano a una “migrazione” anche di profili social dal controllo di Prigozhin a quello del Cremlino. Secondo "Prigozhin's Trap", un gruppo che monitora gli account sospettati di essere gestiti dall’IRA, migliaia di account su VK, la piattaforma russa di social media, avrebbero improvvisamente inondato il sito di commenti negativi sull’ex datore di lavoro.
"Prima di maggio, Prigozhin controllava circa 15.000 account su VK che lo lodavano, ma la maggior parte ora lavora contro di lui", ha dichiarato un membro del gruppo. "È chiaro che il governo ne ha preso il controllo". La notizia è riportata dal Guardian anche se la fonte sembra essere Agentstvo, dove si specifica che questo dietrofront sarebbe però già iniziato a maggio.
Tutto ciò mentre parallelamente Putin starebbe cercando di smantellare tutte le altre attività legate a Prigozhin. Il Ministero della Difesa russo avrebbe annullato un importante contratto con la società di catering dell’oligarca, Concord, che a sua volta sta licenziando centinaia di lavoratori. In base al contratto, la Concord forniva cibo alle truppe russe che combattevano in Ucraina, riferisce Rferl. E ancora il WSJ: “Il Gruppo Wagner ha aiutato il Cremlino ad accumulare influenza internazionale e a raccogliere entrate, il tutto gestito dalla principale holding di Prigozhin, la Concord. Putin sta ora cercando di prendere il controllo di un mostro aziendale che ha contribuito a creare, riferiscono funzionari occidentali, mediorientali e africani, insieme a disertori russi e a documenti che descrivono più di 100 società controllate dalla Wagner. Il 24 giugno il Cremlino ha bloccato i canali social media del gruppo Wagner e di Concord. Diverse filiali di Concord sono state perquisite dai servizi di sicurezza”.
Nel 2018 Prigozhin era stato incriminato dagli Usa per il suo ruolo nella gestione della Internet Research Agency e per l’intromissione nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Inizialmente aveva negato qualsiasi associazione con l'IRA, ma poi aveva ammesso di aver fondato e finanziato l’organizzazione. “Non sono mai stato solo il finanziatore della Internet Research Agency. L'ho pensata, l'ho creata e l'ho gestita per molto tempo", aveva dichiarato.
SORVEGLIANZA
Le app di messaggistica nel mirino del Cremlino
La Russia ha accumulato un ampio arsenale di tecnologie, alcune collegate direttamente all’infrastruttura di telecomunicazioni, per tracciare i propri cittadini, scrive il NYT in un’inchiesta. Alcune di queste sarebbero in grado di mappare le relazioni tra le persone attraverso l’analisi dei metadati (inclusi utenti di applicazioni come Signal, WhatsApp e Telegram - anche se non possono accedere ai contenuti scambiati) e triangolare quali telefoni sono stati in determinati luoghi.
“Quando un governo ha una visione massiva sulla rete internet e telefonica... può imparare molto su chi comunica con chi... anche se non può leggere o ascoltare...La Russia ha cercato di ottenere questo tipo di visibilità, dando vita a un'intera industria”, ha commentato su Twitter il ricercatore John Scott-Railton.
Che significa: che la cifratura forte, end-to-end è uno strumento che resta importante per difendersi dalla sorveglianza di regimi repressivi; e che però anche i metadati contano (meno ne sono raccolti, meglio è).
AI
Google aggiusta la policy
Google ha aggiornato la sua privacy policy, affermando esplicitamente che “l'azienda si riserva il diritto di raccogliere (scrape) praticamente tutto ciò che viene pubblicato online per costruire i suoi strumenti di intelligenza artificiale”, scrive Gizmodo.
AI E COMPUTING
Chi e come sta inseguendo la supremazia quantistica
Nella ricerca sul quantum computing cresce il ruolo dei centri di calcolo ad alte prestazioni. Come si muovono Europa, Usa e Cina. In settimana è uscito un ampio approfondimento di Antonio Dini per il sito Guerre di Rete.
Infatti nell’ultimo anno non c’è stata solo una crescita molto rapida della ricerca applicata e dei prodotti legati al machine learning. Anche la ricerca nel settore del quantum computing sembra aver accelerato in maniera significativa. Ha accelerato anche la corsa alla realizzazione dei grandi sistemi di calcolo dedicati che giocano un ruolo chiave nelle simulazioni scientifiche.
In Italia, con i fondi del PNRR alla fine del 2022 il Garr ha avviato lo sviluppo a Bologna del Centro Nazionale HPC, Big Data e Quantum Computing con un finanziamento di 320 milioni di euro.
In Europa la supremazia quantistica è perseguita principalmente dai centri di ricerca pubblici o finanziati con denaro pubblico mentre negli Usa agli investimenti pubblici si sono aggiunti anche quelli molto forti del settore privato. La seconda area geopolitica per finanziamenti alla ricerca sul quantum computing è l’Europa, con un totale di 7,2 miliardi di dollari stanziati, la maggior parte dei quali da parte di Germania (41,9%), Francia (28%) e Olanda (14%).
Come ci spiega Alessandro Luongo, ricercatore al Centre for Quantum Technologies di Singapore,“ in alcuni casi è possibile ottenere risultati scientificamente rilevanti senza ricorrere ad uso di HPC, che però rimane necessario per simulazioni di sistemi quantistici molto complessi”.
APPROFONDIMENTI
IL REPORT
Intelligenza artificiale: la nuova frontiera della strategia di esternalizzazione dei confini Ue
Lunedì verrà presentato uno studio sull'uso dell'intelligenza artificiale e di altri tipi di tecnologie nella gestione della migrazione da parte dell’Ue, con particolare attenzione all'impiego di tecnologie finanziate dall’Europa per il controllo delle frontiere. Lo studio - che ho potuto vedere in anteprima - è stato realizzato dall'organizzazione EuroMedRights e verrà presentato lunedì in un webinar online insieme a un altro report fatto con StateWatch.
Negli ultimi anni, spiega il report, un nuovo elemento è emerso nella strategia di outsourcing Ue della gestione dei confini: l'uso di fondi - compresi gli aiuti allo sviluppo - per esternalizzare tecnologie di sorveglianza, utilizzate sia sui migranti che sulla popolazione locale. Un tema particolarmente delicato per i Paesi della regione MENA dove giornalisti e ONG hanno denunciato più volte l’uso di strumenti tecnologici di sorveglianza per reprimere i difensori dei diritti umani.
Dunque il rapporto cerca di comprendere come questa nuova linea di finanziamento a governi spesso autoritari sia utilizzata dall'Unione Europea per gestire le frontiere e frenare la migrazione. Sotto la lente soprattutto i progetti nei Paesi dell'area MENA finanziati dal Fondo fiduciario di emergenza dell'UE per l'Africa e dal nuovo strumento di finanziamento Neighbourhood, Development and International Cooperation Instrument - Global Europe (NDICI - GE).
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—> INFO SU GUERRE DI RETE
Guerre di Rete è un progetto di informazione sul punto di convergenza e di scontro tra cybersicurezza, sorveglianza, privacy, censura online, intelligenza artificiale, diritti umani, politica e lavoro. Nato nel 2018 come newsletter settimanale, oggi conta oltre 12.000 iscritti e da marzo 2022 ha aggiunto il sito GuerreDiRete.it.
Nell’editoriale di lancio del sito avevamo scritto dell’urgenza di fare informazione su questi temi. E di farla in una maniera specifica: approfondita e di qualità, precisa tecnicamente ma comprensibile a tutti, svincolata dal ciclo delle notizie a tamburo battente, capace di connettere i puntini, di muoversi su tempi, temi, formati non scontati.
Il progetto è del tutto no profit, completamente avulso da logiche commerciali e di profitto, e costruito sul volontariato del gruppo organizzatore (qui chi siamo). Non ha sponsor né pubblicità, né aziende o lobbies alle spalle.
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